Qualsiasi farmaco, per i bambini, secondo quanto indicato dalle piu’ autorevoli società scientifiche internazionali, va somministrato soltanto in caso di comprovato motivo e su prescrizione di un medico. La raccomandazione vale anche per quanto riguarda le patologie da raffreddamento.
Qualche colpo di tosse e il nasino un po’ chiuso: se il bimbo è del solito umore e mangia come sempre basta seguire l’eventuale evolversi della situazione senza particolare attenzione. Umidificare l’ambiente.
Se c’è anche qualche linea di febbre e, a volte, al colpo di tosse succede un episodio di vomito con tracce di muco (un modo per eliminare il catarro) e la febbricola persiste, l’appetito è in calo e il bimbo ha dei veri e propri eccessi di tosse che possono portarlo al pianto, in tal caso potrebbe trattarsi di bronchite: il pediatra potrà indicare, in caso di diagnosi accertata, eventualmente una terapia antibiotica.
Antibiotico? Ne riparliamo. E’ meglio aspettare, ci si sente dire spesso, ma che cosa e perché? Somministrare un farmaco quando è inutile è sbagliato. La maggior parte dei sintomi legati a forme virali scompare entro 48-72 ore, permettendo così di precisare la diagnosi ed evitare di dare un farmaco come l’antibiotico che, se preso senza ragione, può selezionare germi più resistenti in futuro. Considerando che a scopo preventivo non serve.
Quindi, la prescrizione dell’antibiotico va riservata al medico dopo una visita e l’uso improprio è fortemente sconsigliato in quanto si rischia di creare resistenze batteriche.