IL BAMBINO NON VUOLE FARE SPORT? 10 strategie che funzionano.

Come affrontare il bimbo che sembra tirarsi indietro e non voler fare attività sportiva? 

Spesso dietro un comportamento del genere si nasconde una scarsa propensione da parte di uno dei genitori (spesso la mamma) a staccarsi e a “lasciar andare” il proprio piccolo. Ciò vale soprattutto nei primogeniti maschi e soprattutto per gli sport di contatto (in primis il calcio). E i bambini captano anche ciò che i genitori non vogliono lasciare trasparire o che non riescono ad ammettere nemmeno a loro stessi, perché è qualcosa di inconscio di cui non si rendono conto.

Ecco alcuni consigli:

  1. E’ utile dialogare con l’adulto che segue il piccolo (allenatore, istruttore), cercando di entrare in una relazione serena, senza volersi sostituire e/ imporre. 

2. Meglio se il piccolo è accompagnato a fare attività sportiva dal papà o da altre figure di riferimento, almeno per i primi tempi anche dai nonni o dalla baby sitter, in modo da far sentire meno il ‘peso’ del distacco.

3. Per allentare il rapporto “uno a uno” con la mamma, ogni tanto il papà può programmare qualche attività piacevole, ad esempio vedere un film, giocare insieme, così da creare una complicità che aiuti a staccarsi dalla mamma. 

4. Promuovere l’autonomia nella vita quotidiana, ovviamente su gesti quotidiani adeguati all’età, come eseguire i compiti da solo (basta una supervisione finale), tenere in ordine i propri giochi, lavarsi da solo e scegliersi i vestiti: sono piccole autonomie che aiutano il bambino a sentirsi più sicuro.

5. Anche invitare più spesso i coetanei a casa aiuta il processo di crescita ed emancipazione.

6. Se uno sport non piace e un bimbo non vuole più praticare più quello sport si può cambiare, inutile proseguire per forza. Si decide insieme, con autorevolezza e coesione da parte dei genitori, ma anche comprensione nel capire le incertezze del figlio.

7. Se un bambino pratica volentieri un’attività sportiva ma non vuole partecipare al saggio di fine anno non deve sentirsi obbligato a farlo. Evitiamo di creare “ansie prestazionali”!

8. La virtù della pazienza: fare attività sportiva comporta impegno, attesa prima di vedere i frutti della propria fatica, rispetto delle regole, fatica ad accettare una possibile sconfitta: tanti aspetti che purtroppo molti bambini e ragazzi non sono subito preparati a sostenere.

9. Non creare ansia prestazionale sull’abilità o meno del bimbo: ogni attività sportiva deve iniziare come un gioco divertente e non una gara in cui è necessario primeggiare e vincere.

10. Se pur con tutti gli accorgimenti il bimbo rimane oppositivo a praticare attività sportiva, meglio non insistere. Con calma si può chiedere consiglio ad esempio al pediatra, che, inquadrando la situazione individuale, potrà aiutare e fornire indicazioni specifiche.

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