ESTATE E BAMBINI: i campus estivi, come sceglierli? I consigli da seguire

La scuola è quasi finita. In attesa di andare in vacanza, mamma e papà – che non dispongono di oltre due mesi di ferie da passare con i figli – si possono rivolgere a strutture che organizzano attività per l’estate, proponendo ai propri figli un campus estivo in montagna, al mare o in collina, in luoghi in cui il bambino/ragazzo possa divertirsi insieme ad altri coetanei, il contatto con la natura sia assicurato ed il livello educativo sia garantito.

I campi estivi sono un momento di piacevole vacanza per i bambini, che ne vedono il lato ludico, di gioco, sentono la compagnia dei coetanei e provano la sensazione positiva di far parte di un gruppo. Ma, almeno la prima volta, questo coincide con una sensazione di distacco sia per i figli sia per i genitori con un ragionevole desiderio (e necessità) da parte di questi ultimi di assicurarsi che l’organizzazione alla quale si sta affidando il proprio figlio abbia un accertato profilo di competenza e professionalità.

Nella maggior parte dei casi gli/le ospiti dei campi estivi hanno tra i 6/8 e i 15 anni e attività, programmi e proposte sono calibrate in base a fasce d’età in modo da offrire diversi schemi che uniscano interesse, divertimento e, perché no, anche crescita personale. In questo modo la vacanza si può trasformare in un’opportunità.

Come scegliere al meglio?

Ecco alcuni consigli:

  • richiedere e ricercare le credenziali del centro, così da valutarne esperienza e credibilità nel settore;
  • richiedere una descrizione dettagliata, meglio se con visita della struttura di persona;
  • assistere alla giornata di presentazione del centro per conoscere i referenti del progetto;
  • parlare con altre famiglie i cui figli hanno già provato le proposte del centro (di fondo è il classico e prezioso passaparola);
  • verificare che esista rapporto adeguato tra numero degli educatori e quello dei bambini;
  • scegliere il contesto ambientale più gradito e più adatto al bambino (mare, campagna, montagna);
  • identificare un campo con una precisa tematica in funzione degli interessi del bambino, se vi sono (sport, lingue straniere, musica);
  • visionare il programma del campo e l’organizzazione delle giornate;
  • attendersi indicazioni chiare su quanto servirà (vestiario, attrezzatura, accessori) durante il campo.

Meglio sempre partire dall’interesse del bimbo: ama la natura, la musica, gli animali o uno sport in particolare? Un soggiorno lontano dalla famiglia è sempre potenzialmente stressante a quell’età, perciò se vi è una motivazione alta indirizzando il bambino in base ad una sua passione, il distacco sarà meno difficile e meno pesante.

Informarsi, leggere, parlare con mamme che hanno già fatto esperienze, ciò solo per raccogliere informazioni di base, fatto un primo screening è poi inutile accertarsi di persona dialogando con un responsabile/educatore che poi realmente starà con i bambini. 

Evitiamo di andare in un centro che occasionalmente raggruppa ragazzi giovani per intrattenere i bambini. In questo caso il rischio di non trovarsi bene è molto alto, nel caso di un ragazzo giovane e senza esperienza che si prende cura dei bambini può capitare che il ragazzo sia amorevole e vostro figlio si trovi bene ma ciò non è affidato alla competenza, bensì al caso.

Va anche verificato il rapporto ragazzi/animatori, l’ideale sarebbe quello di avere un assistente ogni sei ragazzi, dunque da privilegiare i centri che organizzano i bambini per piccoli gruppi.

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